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SWAZILAND/Un piccolo scrigno dove è nato l’uomo

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Ngwane III A.jpgNatura stupenda, panorami
mozzafiato, viaggi,
serenità e tranquillità.
E stavolta, nel secondo intervento
di Barbara Beghelli,
anche preistoria. L’Africa
è anche questo.
m.a.a.

I viaggiatori italiani che si dirigono nello Swaziland, così come la maggior parte dei turisti, non hanno bisogno di visto d’ingresso, se soggiornano per 15 giorni. All’arrivo in dogana sarà sufficiente esibire il passaporto, ma entrare e uscire dallo Swaziland via terra, implica comunque code lunghissime; ogni turista vi confermerà questo disagio.

L’inverno, da giugno ad agosto, è forse il periodo migliore per visitare questo scrigno di nazione, dove la società ruota ancora attorno al re e alla sua corte. Le temperature, nelle pianure orientali, sono fresche (di notte addirittura fredde e cala anche la nebbia) mentre il clima è più caldo e secco sugli altipiani.

Nello Swaziland orientale gli archeologi hanno scoperto resti umani risalenti a 110.000 anni fa, ma la popolazione swazi è arrivata in queste zone relativamente da poco tempo.

L’analisi degli esperti ha stabilito che il popolamento dei continenti da parte dell’uomo moderno è proceduto ad ondate successive proprio, partendo dal continente africano. I dati paleo-antropologici testimoniano nello specifico che – in principio – sarebbe emersa una popolazione isolata, in questa zona del sud dell’Africa, costituita da individui piuttosto gracili rispetto ai tipi prevalenti di Homo heidelbergensis ed Homo neanderthalensis diffusi circa centomila anni fa.

Gli individui originari dell’umanità odierna costituivano una popolazione ancestrale da cui derivò l’attuale tipo etnico Khoisan. Avevano una scatola cranica enorme, la pelle scoperta da peli, un apparato masticatorio ridotto e un linguaggio molto evoluto, dal che gli antropologi hanno dedotto che avevano un dieta che escludeva cibi duri come carne e fibre dure vegetali. Erano popolazioni dedite alla raccolta di frutti, miele, uova, molluschi, pesce e non praticavano la caccia. Piccoli di statura con corpo gracile dalla pelle scura glabra, in origine adattati per vivere presso ambienti acquatici e zone di foresta in zone tropicali.

Da questo nucleo originario sarebbero derivate tre ramificazioni che hanno dato origine la prima al tipo koishan, la seconda al tipo dei pigmei africani e la terza quella da cui sono derivati tutti gli altri tipi etnici umani.

I parenti più stretti ancora viventi di Homo sapiens sono le due specie di scimpanzé: il Bonobo (Pan paniscus) e lo Scimpanzé comune (Pan troglodytes). Le due specie sono ugualmente vicine (condividono lo stesso antenato comune), la differenza principale tra essi è l’organizzazione sociale: matriarcale per il Bonobo e patriarcale per lo Scimpanzé comune

L’Uomo di Neanderthal, ultimo congenere noto del sapiens è convissuto almeno per alcune decine di migliaia di anni con la nostra specie. Ma torniamo agli swazi.

Nel corso della grande migrazione bantu nell’Africa meridionale, un clan nguni che scendeva verso la costa orientale si insediò nei pressi della moderna Maputo, in Mozambico. Infine la famiglia Dlamini fondò qui una dinastia, ma verso la metà del XVIII secolo le pressioni da parte di altri clan costrinsero un re Dlamini, Ngwane III, a condurre il suo popolo a sud, nell’odierno Swaziland meridionale, nei pressi del Pongola River. Oggi gli swazi considerano Ngwane III il loro primo re.
Mlilwane Wildlife Sanctuary A.jpg 
La capitale industriale dello Swaziland è Manzini. Segue come importanza commerciale la città di Mbabane, all’estremità settentrionale dell’Ezulwini Valley tra le verdeggianti Dlangeni Hills. Non offre molto al viaggiatore, a parte la possibilità di fare la scorta di informazioni e viveri per le escursioni in zone più lontane. Le principali attrattive della città sono il Mall, il New Mall e Allister Miller, la strada principale il cui nome ricorda il primo europeo nato qui. La cucina sposa le tradizioni portoghesi, italiane e indiane.
 
Tappa obbligata è invece il Mlilwane Wildlife Sanctuary, la prima riserva naturale fondata nello Swaziland, gestita da privati. Si stende lungo il confine dell’alto e medio veld e costituisce un’importante zona di passaggio per la flora e la fauna.
 
Tra le specie animali ospitate all’interno della riserva ci sono zebre, giraffe, rinoceronti bianchi, ippopotami e coccodrilli, unici predatori. Qui si trovano anche 200 specie di volatili, compreso il meraviglioso uccello nazionale dello Swaziland, il lourie dalla cresta viola. La riserva è dominata dall’alto dal frastagliato Nyonyane Peak, l’ideale per chi desidera rinvigorirsi camminando per ore e ore.
 
Barbara Beghelli

Nelle immagini: un ritratto di re Ngwane III e una foto scattata al Mlilwane Wildlife Sanctuary


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